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Ma le Olgettine sono vittime del processo

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1)Caro Alberto, questa volta credo di non essere dā€™accordo con te. Il significato culturale e quindi politico delĀ processo (che non a caso nella rubricazione giornalistica si definisce processo Ruby) ĆØ secondo me questo: per realizzare lā€™obiettivo principale di condannare Berlusconi (il puttaniere),Ā  soprattutto per concussione (unico reato che anche io vedo, distinguendo ovviamente tra giudizio politico-morale e reato), bisognava insistere sulla prostituzione minorile. Quindi la Procura ha scelto di sacrificare le ragazze di Arcore. Bisognava costringerle a dirsi puttane anche se non volevano. E poichĆØ loro negavano di essere puttane (mentivano? Probabilmente sƬ, perchĆ© lo ritenevano piĆ¹ conveniente per se stesse,Ā ma molte di loro, credo, non si sentono tali e soprattutto non intendono fare outing) bisognava far venire fuori nel processo anche nei dettagli che lo erano davvero. Marchiate a vita da un uso e abuso orrendo delle intercettazioni di cittadine che non avevano commesso alcun reato. Questa ĆØ stata la logica di Boccassini affiancata e anticipata dai media e fatta propria anche dalle giudici. Infatti, per poter tenere in piedi lā€™accusa il tribunale ha dovuto mettere nella sentenza lā€™ipotesi di falsa testimonianza di quelle che avrebbero dovuto essere solo testimoni e che invece cosƬ diventano imputate. Anche se scambiare sesso in cambio di denaro o favori non ĆØ reato e non corrisponde necessariamente a una scelta ā€œprofessionaleā€ (come quella invece delle sex worker di cui ci ha tanto parlato Roberta Tatafiore). Questo penso e ho sostenuto nel pezzo scritto, intenzionalmente, prima della sentenza.ā€ØIn quanto alla concussione,Ā  sul piano giuridico forseĀ hanno ragione le giudici, anche se formalmente nessuno si ĆØ dichiarato concusso. Nella sostanza a me ĆØ sembrata una concussione da ā€œcummendaā€ brianzolo piĆ¹ che da vero uomo di potere. Rivelatrice della mentalitĆ  a-istituzionale di B., certamente, della sua logica da padroncino piĆ¹ che da uomo di governo. (Un vero uomo di potere avrebbe fatto telefonare da Letta o da qualcun altroĀ al capo della polizia o al capo dei servizi segreti, non credi?). Cā€™ĆØ poi la condanna, che ha a che fare non piĆ¹ con la cultura e la politica in senso lato, ma con la libertĆ  personale e con il potere enorme che hanno i tribunali. Comunque la si veda 7 anni di galera mi paiono fuori proporzione (anche se la legge li prevede). Se avessi dovuto decidere io e se la legge lo avesse consentito gli avrei solo dato lā€™interdizione dai pubblici uffici!ā€ØAltro discorso ĆØ se un personaggio cosƬ, cosƬ ricattabile soprattutto, ci debba governare. Se ci si puĆ² fidare di chi ha cosƬ scarso riguardo per la riservatezza e ha una idea cosƬ misera del sesso. Altro discorso ancora, e forse il piĆ¹ importante, ĆØ come spiegare che tanti italiani e italiane siano cosƬ indulgenti con i suoi comportamenti. E qui torniamo alla cultura e alla politica.ā€ØSulle giudici ā€œErinniā€ e sulla ā€œBoccassini stregaā€ invece sono dā€™accordo con te, si tratta di misoginia. Per secoli le donne sono state giudicate da tribunali (i piĆ¹ diversi) composti da soli uomini. Mi resta perĆ² il dispiacere che donne magistrato non si siano curate della dignitĆ  di altre donne.
Franca Fossati

Cara Franca, grazie intanto per la risposta. Ti confesso che sulla faccenda delle Olgettine non ho le idee chiarissime. Come ho scritto, sono molto piĆ¹ sicuro che la cosa grave ĆØ il comportamento pubblico di Berlusconi, la concussione, che in effetti ĆØ quella anche penalmente piĆ¹ rilevante. Poi posso essere dā€™accordo con te che mi accontenterei dellā€™interdizione ai pubblici uffici, lasciando perdere la galeraā€¦ Per il resto mi fa orrore ā€“ come a te ā€“ lā€™atteggiamento di chi si scaglia contro lā€™immoralitĆ  delle ragazze per colpire Berlusconi, e magari ipocritamente, specialmente se ĆØ un maschio, e con diverse forme di misoginia se ĆØ donna.
PerĆ² ho qualche dubbio nel vedere senzā€™altro nel comportamento di queste giovani donne ā€“ a parte che si tratta di storie personali anche molto diverse che quindi andrebbero guardate una a una ā€“ i contorni di una libera autodeterminazione. Una donna che usa della propria bellezza per ottenere favori anche molto significativi da un uomo ricco e potente, e debole sul fronte del sesso, puĆ² farmi anche simpatia. In ogni caso sono sue scelte sicuramente non perseguibili in un tribunale o da additare al pubblico ludibrio. Cā€™ĆØ perĆ² il problema di fino a che punto qui queste donne fanno davvero liberamente e intelligentemente il proprio vantaggio. Non sottovaluto certo i vantaggi economici e di carriera che possono averne tratto. Quando perĆ² per denaro si dispongono ā€“ come parrebbe ā€“ a dire il falso in un processo, comincio a dubitare della loro autodeterminazione. I rischi ā€“ proprio per il senso di sĆØ, oltre che per eventuali pene ā€“ possono essere superiori ai vantaggi, come si vede ora anche con la sentenza milanese. Mi chiedo quindi se la filiera Berlusconi, Mora, Fede ecc. (uomini che come uomo non posso fare a meno di disprezzare, mi spiace, anche se lā€™uomo e il fenomeno Berlusconi meritano grandissima attenzione politica e culturale, mancata purtroppo alla sinistra) non abbia esercitato su queste persone un potere che davvero, almeno entro certi limiti, le ha ridotte a vittime, le ha costrette alla fine in una condizione di minoritĆ , non di signoria.
Infine devo anche confessare che posso certamente rispettare la donna che usa liberamente il proprio corpo per gabbare il potente, o comunque per organizzare come meglio crede la propria vita, ma non posso fare a meno di farmi assalire da questo pensiero: ho una figlia trentenne che mi sembra assai carina, che studia Carla Lonzi e bestemmia da tre anni contro il part time in un call center. Se scegliesse quella strada piĆ¹ ā€œfacileā€ la giudicherei male? Forse no. Mi farebbe piacere, lā€™ammirerei? Certamente no. Un moralista si annida in me?
Ti abbraccio.
Alberto Leiss

2)Non ammiro le olgettine, faccio fatica a comprenderle. Se mai mi incuriosiscono e mi colpisce il loro coraggio/strafottenza, soprattutto Ruby.Ā Ma non tocca a me sindacare il loro livello di autodeterminazione, su questa strada si potrebbero mettere sotto accusa gran parte delle mogli regolari e quanti vendono al miglior offerente intelligenza e creativitĆ  e non solo corpi. Il rischio ĆØ quello di pensare che libertĆ  ĆØ solo la nostra o di quelli che ci assomigliano.Ā Che altri, di altri ambienti e culture, non siano degni e capaci di esercitarla.Ā Io penso che in unā€™aula di tribunale ognuna (e ognuno) abbia il diritto di rappresentarsi come meglio crede, di nascondere i propri compromessi se non violano la legge. PerchĆ© insomma rendere conto della propria anima a Ilda Boccassini?ā€ØCerto, mi si risponde, ma qui cā€™ĆØ di mezzo una minore. A me sembra una risposta ipocrita, la differenza tra 17 anni e 18 mi sembra pretestuosa, ma soprattutto Ruby sostiene di non aver avuto rapporti sessuali e nega di aver subito violenza e pressioni. Posso non crederle, ma almeno in tribunale, visto che il corpo ĆØ il suo, la sua parola deve valere.
Franca Fossati

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